Ho conosciuto di persona il capo della mia fidanzata ad una cena prima di Natale: ho avuto l’impressione che si tratti di una pesrona estremamente interessante, che certamente non può passar inosservata.
Ebbene, al ritorno dalle ferie ha spedito una bellissima email ai suoi dipendenti e Paola (la mia ragazza, NdA) ha pensato bene di mostrarmela. Oltre alle belle parole, era allegata anche una poesia di Pablo Neruda che mi è piaciuta tantissimo e che voglio quindi condividere con voi:
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi
chi non cambia la marcia
chi non rischia e cambia colore dei vestiti
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore
chi evita una passione
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni
proprio quelle che fanno brillare gli occhi
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
chi e’ infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore
chi non viaggia
chi non legge
chi non ascolta musica
chi non trova grazia in se stesso.
Lentamente muore
chi distrugge l’amor proprio
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza portera’ al raggiungimento di una splendida felicita’.
Pablo Neruda
Mi è piaciuta tanto, soprattutto perchè mette in evidenza il fatto che purtroppo spesso, nel corso della nostra vita, è molto forte la tentazione di adagiarci nelle comodità, nelle abitudini, nelle situazioni che “non ci creino troppi grattacapi”.
Questo modo di guardare la vita ci porta alla “morte” perchè ci impedisce di alzare lo sguardo su quelli che sono gli obiettivi e il significato della nostra esistenza, senza cercare i quali finiamo semplicemente con il sopravvivere, vittime di una paralisi dell’anima dalla quale è sempre più difficile uscire.